Profilo di Francesco Squassina

FRANCESCO SQUASSINA

(04/01/1932 – 03/12/2018)

NOTE BIOGRAFICHE

Nato a Botticino il 4 gennaio 1932, Francesco Squassina ha manifestato sin da bambino un talento per il disegno, che ha sviluppato studiando prima da autodidatta, in seguito allievo di Aride Corbellini e a lungo membro dell’associazione Aab.

Dal 1960 agli inizi degli anni novanta del Novecento ha partecipato a collettive e mostre personali. Durante gli anni settanta, ha insegnato pittura ad olio presso la Scuola Vantini di Rezzato e successivamente, designato dal collega ed amico Dino Decca, presso la scuola di pittura “Accademia della realtà Angelo Fiessi-Atelier Dino Decca” di Flero (dal 2000 al 2015).

Ha svolto con continuità l’attività pittorica presso il suo studio e abitazione a Botticino Mattina, dove si è spento il 3 dicembre 2018.

La sua ricerca si colloca nell’alveo della tradizione della pittura figurativa bresciana, pur alimentandosi dello studio dei classici e di riferimenti nazionali e internazionali, delineando un percorso del tutto personale e articolato nel tempo.

Premi: (Palazzolo s/ Oglio, 1961 (1° classificato); Ghedi, 1961 (1° classificato); concorso Nazionale Gardone Riviera, 1965 (Medaglia d’oro); Paesaggio del Garda, 1966 (Medaglia d’oro); M.T.I. Gardone R. – Saló, 1970 (Coppa E.P.T.); M.T.I Gardone R. – Salò, 1971 (Medaglia d’oro); S Benedetto. del Tronto, 1970 (premiato).

Mostre personali:

Brescia, 1968; Arezzo, 1969; Como, 1970; Siena. 1970; Brescia, 1972; Vicenza, 1974; Brescia, 1974; Chiari (Brescia), 1979; 1980-90 Desenzano del Garda (Galleria “La Cornice” di Agostino Zacchi)

Mostre collettive:

Galleria “La Cornice”, Desenzano del Garda; Palazzo Loggia, Brescia; Scuola della Realtà Fiessi – Dino Decca, Flero.

Recensioni: La Voce del Popolo di Siena ;  Il Miliardo; La Nazione; L’Avvenire; Il Campo di Siena; Il Giorno; Epoca; Il Corriere della Sera; Giornale di Brescia.

Bibliografia: En plein air (1969); Brescia, Arte (1971 e 1972); Il quadrato (1969, 1972, 1973); Catalogo Bolaffi d’Arte Moderna [1979-1973]; Comanducci (1974); Artisti critici e collezionisti (1989); Selezione Biennale d’Arte (1973); Eco della Critica (1973); R.Lonati, “Francesco Squassina” in Dizionario dei pittori bresciani, vol.III (1980) 1983.

RECENSIONI

Francesco Squassina, autodidatta. Non è più neanche una vanteria (ma) un sentiero solitario (…). Ottocento? (…) Macchiaioli e post-macchiaioli, ma incontrati come per caso, in un itinerario personale e ideale. Nei nostri anni può essere anche commovente ritrovare certe purezze, unità di stile, pulizia e poesia di colori. Una civiltà contadina pittorica, di cose semplici, di essenziali moti del cuore. “Costruire il vero senza farlo” e cioè senza restarne prigionieri. Con delicata finezza (…) e amore di sintesi (…) con una sua timidezza e insieme un suo orgoglio (…): un “Ottocento d’oggi”.

BRUNO MARINI, 1968

“Francesco Squassina si presenta con una personale ad un pubblico altamente qualificato; il suo nome e i suoi lavori sono ben noti agli appassionati d’arte. Nella nativa Brescia, dove tuttora svolge gran parte della sua attività, da molti anni i quadri di Squassina sono accompagnati da una fama giustamente meritata e destinata ad allargarsi. Sono opere di un autodidatta, che a tutta prima possono sembrare emergenti da un’epoca lontana, da un Ottocento ormai sepolto sotto una coltre di ricordi. Ma chi si accosterà con animo disincantato ai quadri di Squassina rileverà che il filo ispiratore di ogni sua creazione artistica è la riscoperta di una poesia contadina che la nostra civiltà tende con ogni mezzo a soffocare. Una poesia fatta di piccoli gesti, di figure e personaggi destinati a scomparire; di oggetti, di particolari d’ambiente che riassumono un’epoca cui ci lega ormai solo un lontano ricordo. E allora si può capire come certi moduli ottocenteschi presenti nei lavori di Squassina rappresentino una scelta ben precisa, in quanto si rivelano il mezzo espressivo più adatto per ricuperare quel tipo di civiltà i cui valori l’artista sente di dover comunicare al prossimo, per salvarne almeno il ricordo. (…) La coerenza di Squassina è fuori discussione: imboccata la strada del figurativo, da anni egli la segue affinandola, senza lasciarsi tentare da facili avventure in un mondo artistico che sente non essere il suo. Ed è così riuscito a rilanciare un tipo di pittura che molti davano per tramontato: un “Ottocento d’oggi”, che è come una lama di luce proiettata a illuminare di poesia un mondo che stavamo per dimenticare.

GIUSEPPE ZANINI Corriere della Sera (1974)

Avvicinarsi alle opere di Francesco Squassina è un incontro con la poesia della natura. (…) la testimonianza di questo è nelle sue opere fatte di una pittura seria e coraggiosa permeata da un fascino particolare. Definisco serio l’operato di Squassina perché è sorretto dallo studio, accompagnato a lunghi anni di applicazione, di ricerca.

I suoi quadri rivelano la solidità delle strutture compositive e la sicurezza del registro cromatico. La strada intrapresa da questo artista è quella più ardua: la tradizione (…) Nelle sue (…) composizioni (…) alita quella spiritualità che muoveva la mano dei grandi maestri del passato e pur rispettando le tradizioni, Squassina innesta il suo spirito moderno, la sua emozione di uomo, la sua sensibilità d’artista.

ERMINIA COLOSSI, 1979

Francesco Squassina “si è costantemente tenuto fedele alla tradizione figurativa, e nonostante non manchino testimonianze di suoi viaggi “fuori porta” per ritrarre il mare di Chioggia, la lucentezza solare del Gargano, gli ampi paesaggi della Vagardena, la sua pittura trova prevalentemente motivo di ispirazione nel mondo in cui è nato, vive ed opera. (…) Un mondo intimo ove la verità delle persone e delle cose origina non da puntigliosa descrittività, ma dalla disposizione dell’animo con la quale Francesco Squassina le avvicina e le interpreta”.

R. LONATI, 1983